LA GESTIONE DELLA PRODUZIONE

Criteri, competenze e risorsein un mercato in continua evoluzione

7 ottobre 2025_Bologna

La gestione della produzione nel settore moda: dal cronometro alla cultura dell’industrializzazione

Il seminario tecnico ANTIA del 7 ottobre 2025 ha riunito a Bologna tecnici, imprenditori e analisti del settore moda per discutere una delle sfide più complesse dell’industria contemporanea: la gestione della produzione in un contesto sempre più frammentato, digitalizzato e orientato alla velocità. Il titolo dell’incontro, “La gestione della produzione. Criteri, competenze e risorse in un mercato in continua evoluzione”, sintetizzava perfettamente l’obiettivo: riconnettere le imprese al valore del metodo e al ruolo chiave dell’Analista Tempi & Metodi, oggi figura di industrializzazione e facilitatore cross-funzione.

Dal cronometro alla cultura dell’industrializzazione

Negli anni ’80 e ’90 la produzione di abbigliamento era caratterizzata da grandi volumi, pochi modelli e cicli ripetitivi. La figura dell’Analista Tempi e Metodi era rispettata e talvolta temuta: un tecnico esperto di cronometraggio, studio dei metodi e conoscenza delle macchine. Oggi lo scenario è completamente cambiato. La produzione si è frammentata in piccoli lotti e capi ad alta gamma, con un crescente ritorno in Italia per ragioni di qualità e flessibilità. Questa transizione ha reso più complessi i modelli produttivi e più sfumate le responsabilità organizzative.

Nel nuovo contesto, ogni lavorazione rischia di diventare un caso a sé, perdendo efficienza e replicabilità. Il seminario ha sottolineato come la perdita di ruoli chiave e la mancanza di standardizzazione abbiano creato un ‘ruolo orfano’ all’interno dell’azienda: quello del tecnico che unisce metodo, processo e organizzazione.

Semplificare prima di misurare

Uno dei messaggi più forti emersi è che la misurazione del tempo non può essere fine a sé stessa. “Senza metodo, il tempo non ha significato”, recita una delle slide chiave del seminario. Il tempo standard non è solo un numero, ma il risultato di una progettazione consapevole. Prima di cronometrare, è necessario semplificare e stabilizzare il processo.

Organizzazione misurabile e oggettiva

Per rendere la produzione efficiente e reattiva, le imprese devono dotarsi di un’organizzazione misurabile, fondata su linguaggio, struttura, processi e flussi chiari. Misurare le performance significa capire se l’organizzazione è efficace nel soddisfare il mercato e se le risorse vengono impiegate in modo ottimale. La misurazione, spiegano i relatori, è il prerequisito per ogni decisione strategica: dai preventivi alla pianificazione, dal controllo dei costi alle consegne.

Standard come fondamento

Senza standard, l’operatività si disgrega. Gli interventi hanno ricordato che, quando mancano regole condivise, gli operatori interpretano le procedure, i capi avanzano incompleti, i dati sono frammentari e i controlli ridondanti. La citazione di Manzoni – “L’operare senza regole è il più faticoso e difficile mestiere di questo mondo” – è stata ripresa come monito per tutte le aziende che ancora affidano la qualità alla buona volontà dei singoli.

L’analista Tempi & Metodi oggi

La figura dell’Analista Tempi e Metodi è oggi molto diversa dal cronometrista di fabbrica del passato. È un tecnico capace di mediare tra processi orizzontali e verticali, facilitare gruppi di lavoro, aggregare conoscenze e interagire con strumenti digitali e sistemi di produzione 4.0 e 5.0. Serve un mix di competenze tecniche e soft skill: capacità di comunicare, di gestire il tempo proprio e altrui, di proporre soluzioni creative.

Misurare per migliorare

Il seminario ha proposto un modello semplice ma concreto per valutare l’efficacia organizzativa, basato su tre indicatori chiave: Velocità, Polivalenza e Modularità. La velocità misura i giorni tra richiesta e consegna, la polivalenza indica la diffusione della conoscenza tra reparti e livelli, mentre la modularità valuta il numero di operazioni e attività nei processi, per ridurre gli sprechi e migliorare la fluidità dei flussi.

Dalla produzione di massa alla sartoria industriale

Un passaggio interessante del seminario ha ripercorso l’evoluzione storica dell’industria dell’abbigliamento. Dalla sartoria tradizionale, dove ogni addetto conosceva il 100% delle lavorazioni, si è passati all’industria degli anni Settanta e Novanta, fondata sulla specializzazione estrema (solo il 5–10% del capo). Oggi si parla invece di sartoria industriale, basata su celle, team e polivalenza, dove la conoscenza delle operazioni risale all’80–85% del capo.

Il valore nelle movimentazioni

Dai dati tecnici emerge che l’80–85% del tempo di lavorazione di un capo è legato a manipolazione e movimentazione, e solo il 15–20% alla cucitura. Ciò significa che i margini di miglioramento più grandi si trovano nei flussi, non nelle macchine. Ridurre spostamenti, attese e rilanci equivale a ridurre tempi e costi senza compromettere la qualità.

Verso l’organizzazione polivalente

La conclusione più condivisa del seminario è che il futuro della produzione moda passa da un’organizzazione polivalente, dove il gruppo di lavoro è centrale e autoregolato. La ridondanza di skill è preferibile alla specializzazione, e la discrezionalità informata sostituisce la prescrittività rigida. Trasferire conoscenza dal livello individuale a quello collettivo è la chiave per costruire imprese resilienti.

Conclusione

La gestione della produzione oggi richiede di passare dalla cultura del controllo a quella della consapevolezza. Serve metodo, misurazione e formazione continua per restare competitivi. Come è stato ricordato in chiusura: “O porti una soluzione, o sei parte del problema”. L’Analista Tempi & Metodi, reinterpretato in chiave moderna, è proprio la figura che porta soluzioni — tecniche, organizzative e culturali — alle sfide della manifattura contemporanea.

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Caruso 3 Aprile 2025